Carlo Calenda, leader di Azione, critica duramente Matteo Salvini in un post su X durante un viaggio in treno.
In un’Italia dove i problemi legati ai trasporti ferroviari sono sempre più al centro del malcontento dei cittadini, la politica non resta in silenzio. A rompere l’equilibrio del dibattito pubblico è stato Carlo Calenda, leader del partito Azione, che ha colto l’occasione di un disservizio personale per lanciare un attacco diretto a Matteo Salvini, attuale Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Nel suo post pubblicato su X (ex Twitter), Calenda non ha risparmiato toni duri e sarcasmo, descrivendo la propria esperienza in treno con parole precise e pungenti.

“Treno. Ovviamente problemi alla linea”: lo sfogo di Calenda
Calenda ha scritto: “Treno. Ovviamente problemi alla linea. Viaggio passato da due ore e un quarto a tre ore e mezza. Oramai ci siamo rassegnati a questo disastro. Ma prima della destra i treni arrivavano in orario. Il che suona come nemesi storica.”
Una denuncia chiara: la situazione del sistema ferroviario italiano viene definita un disastro, in netto peggioramento rispetto al passato. L’accusa è diretta e politica, rivolta a chi oggi guida il ministero competente.
Le parole di Calenda riprendono un sentimento diffuso tra molti pendolari italiani, esasperati da ritardi frequenti, cancellazioni e scarsa manutenzione delle linee ferroviarie. Ma è la chiosa finale del post a trasformare la critica in un vero e proprio schiaffo politico.
“Te lo scrivo con rispetto: sei una vera pippa al sugo”
Concludendo il suo post, Calenda si è rivolto direttamente a Salvini, scrivendo: “@matteosalvinimi te lo scrivo con rispetto: sei una vera ‘pippa al sugo’.”
L’espressione colorita ha avuto un’ampia eco sui social, diventando virale. “Pippa al sugo”, nel linguaggio colloquiale romano, indica una persona considerata completamente inefficace o inadeguata.
Dietro l’ironia, si cela un attacco politico frontale. Calenda non solo critica i ritardi dei treni, ma accusa esplicitamente il leader della Lega di incompetenza nella gestione delle infrastrutture.
In un momento in cui il governo cerca di rilanciare grandi opere e investimenti, questo episodio dimostra quanto la questione trasporti sia ancora una ferita aperta. E il treno, oggi come ieri, rimane simbolo dello stato del Paese.